Herself, il disco per chi ha un cuore

“Il lavoro di Herself viene salutato dalla critica come un armonico meeting tra Sparklehorse, Gravenhurst e Will Oldham”. Così viene descritto sul sito dell’etichetta deambularecords.com/artists/herself. I nomi delle band che fanno il meeting aumentano asponenzialmente con gli ascolti, ci si trava qui o li un Damien Jurado di The Ghost of David , un pizzichino di Black Heart Procession di Amore del Tropico e la lista potrebbe diventare molto lunga perchè le sfumature sono tante, è un disco che contiene i dischi che più ho amato. Quindi sono di parte, è giusto dirlo.  Ecco la chiacchierata andata in onda sui Maniaci di Emanuele Remoto.

D: C’è un po’ d’imbarazzo perchè  non so se Gioele Valenti ci stesse ascoltanto in streaming, ci stavi ascoltando Gioele?
R: Ehm, no.. avevo dei problemi..
D: Ma meglio così guarda..
R: Parlami dell’imbarazzo..
D: E’ perchè ti ho presentato dicendo che c’è tanto una comunione d’intenti, un sentire comune reciproco, a livello musicale che potrebbe essere possibile un rapporto carnale tra di noi perchè neanche con mia moglie c’è questo scambio di vedute
R: (risata) .. Eh ma guarda, prima almeno un mazzo di fiori..
D: (risata) … che romantico, è proprio il caso di dirlo che ti facevo così romantico, visto il disco che stiamo ascoltando, abbiamo ritrovato HERSELF in questo pomeriggio e siamo in compagnia di Gioele Valenti da Palermo, com’è li?
R: eh si vivacchia, intanto grazie per avermi chiamato..
D: Benvenuto tra noi
R: Grazie per tutte le cose che hai detto..
D: Beh lo sai, abbiamo avuto uno scambio di mail appena è uscito il disco, l’abbiamo ascoltato per caso e ti raccontavo che era nel mucchio della SUB POP e pensavo fosse un disco degli SHINS, un disco di quella scena..
R: Si, mi avevi detto..
D: E invece scopro che è un disco italiano, ed è stata una sorpresa perchè dentro ci sono quelle atmosfere a cui sono molto legato, e allora a questo punto ti chiedo se nei tuoi ascolti c’è stato David Kitt? Di dice qualcosa?
R: …Mm, non tanto…
D: Perchè dentro ci ho ritrovato delle cose, anche dei L’altra..
R: I L’altra, si…
D: Oppure i Sophia
R: Ecco i Sophia chiaramente si, siamo più nelle mie corde.
D: E ci sono ogni tanto dei richiami a dei dischi che ho amato moltissimo, questo per dire che c’è un ascolto che fa sentire uno spessore, tu vieni da un lungo percorso
R: Si, vengo da un percorso annoso, sono stato in Jestrai Records per tre anni, per due dischi prodotti da loro
D: Quindi hai conosciuto la “mamma rock”?
R: Si ho conosciuto Mari, ho conosciuto i Verdena, Luca il batterista ha patrocinato la scelta artistica del primo disco, quindi sono in giro da parecchio tempo
D: E lo sono delle belle persone
R: Si, sono disposte a investire qualcosa in quello che una volta si chiamava indipendente e che oggi è una realtà amorfa, della quale non saprei enucleare un concetto chiaro (ride)
D: E invece dovresti farlo visto che scrivi su Rockerilla, è il tuo pane..
R: Beh si insomma, se proprio posso esprimermi francamente… l’indipendente secondo me è un’astrazione oramai, è un modo di dire, da un lato c’è la TV e tutto ciò che non va in TV non esiste, dall’altro lato c’è un mercato indipendente che è sempre più una tendenza, una linea di tendenza, di fatto ci troviamo di fronte a distanze pericolose dato il momento storico culturale
D: Hai pensato di spostarti dall’altra parte dell’oceano visto che fare questo tipo di musica a Palermo può essere difficile?
R: Ma guarda, per i dischi precedenti ho avuto una distribuzione newyorkese con la quale ho avuto ottimi rapporti fino a quando non è fallita miseramente..
-risate-
R: Perchè poi alla fin fine le dinamiche indipendenti sono un po’ speculari, noi ci immaginiamo che ci siano delle possibilità di molto superiori ma di fatto poi non è così, a meno che poi non ti prenda sotto l’ala protettiva una grossa etichetta, chessò la Matador piuttosto che in Europa la Morr Music, o altre realtà di questo tipo, cioè devi viaggiare molto in alto e io non ho mandato via niente
D: Ma come? E perchè?
R: Boh, forse per pigrizia e forse perchè mi sono sempre trovato bene con le realtà italiane che hanno dei limiti costituzionali rispetto al mercato in cui ci troviamo
D: Poi sappiamo bene che la rete ha permesso a tutti di fare musica però poi è difficile farla ascoltare
R: Eh si guarda la soglia della sensibilità e cambiata parecchio
D: E sappiamo che la visibilità te la da un gattino ad esempio, ci sono certi filmati con dei gattini che fanno un sacco di click
– risate-
R: Ho visto che la tua gatta legge!
D: Eh si, la mia gatta legge e quel filmato ha fatto più click della trasmissione di un mio collega che se l’è presa a male…
R: Ma sai cos’è? Detta fuori dai denti la musica è diventata una funzione della ricchezza, una funzione matematica della ricchezza, è triste da dire però quelle realtà che s’impongono hanno molto da spendere
D: Binomio che trova delle analogie con la politica
R: Assolutamente, si si
D: Ci ravvedo delle somiglianze
– risate-
D: Torniamo al disco, a queste atmosfere bellissime, come su Here We Are, dove c’è un violoncello a cui poi si aggiunge un arpeggio di chitarra.. o forse è Tempus Fugit..
R: Si, il violoncello è stato usato parecchio dal mio amico Aldo Ammirata che ha catalizzato molto l’attenzione
D: Beh qui è da brividone, questo attacco qui è da brividone lungo la schiena
R: Grazie, anche a nome di Aldo
D: E invece due parole sulla copertina, ci sono dei personaggi stilizzati, la donna, la nonna, la ragazza e.. la morte
R: E si.. La morte, il grande Tabù.. intanto la copertina è di Kain Malcovich che è un bravissimo artista in casa DEAMBULA, la cover anticipa qualcosa del contenuto del disco, perchè è un disco di trasformazione sulla trasformazione, e la trasformazione è evidenziata dal passaggio di questi processi alchemici, se noti ci sono dei simbolini, alchimia come sommo grado di transizione, di trasformazione, quindi i vari stadi dell’esistenza, la ragazza, la vecchia e la mortee
– in coro-
R: La morte che incombe su tutto
– risate-
D: Si parla anche di morte nel disco…
R: Si, in qualche misura mistificata, laddove non adombrata o segnalata in modo del tutto plateale come in Outside the Church, il brano forse più gotico nella mia recente produzione…
D: Per saperne di più basta digitare HERSELF su google e si trova tutto il mondo che ruota attorno a Gioele Valenti che ringrazio di essere stato con noi
R: Grazie a te
D: Un abbraccio sudato
R: Un abbraccio sudato anche a voi

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Una replica a “Herself, il disco per chi ha un cuore”

  1. L’ha ribloggato su AbaloneNewse ha commentato:
    Adoro questo disco degli Herself, artista da conoscere!

    "Mi piace"

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