I Cani, la band dico

Intervista a Niccolò Contessa de I CANI di Emanuele Remoto

D: Dopo le straconosciute Velleità, I Pariolini, etc.. abbiamo cambiato traccia, abbiamo fatto bene Niccolò?
R: Ma secondo me si, questa è una traccia che mi piace molto
D: Son contento, buongiorno Niccolò, one man band si legge in giro ovvero I cani
R: Si, più o meno one man band…
D: Che però la tua band c’è, io l’ho vista…
R: Si si si, infatti è una strana via di mezzo, il disco l’ho fatto al 99% da solo, poi nel momento in cui ci è arrivata la proposta di suonare, non mi piaceva l’idea di suonare da solo col computerino, volevo l’impatto della band rock e abbiamo messo su la band
D: E la band c’è l’abbiamo vista, avete fatto il primo giro di tour facendo sold out a Roma, poi a Bologna, io vi ho visti a Conegliano e anche li era tutto esaurito, adesso state facendo il secondo giro, come sta andando?
R: Il secondo sta andando bene, stiamo facendo posti molto più grandi per cui sono difficili da colmare fino all’ultimo però sta andando molto bene
D: Passiamo alle domande quelle serie che ci siamo segnati da tanto tempo, ultimamente nella musica indie italiana, il panorama degli emergenti è costellato di cani, come mai?
R: Io come al solito rispondo coincidenza, quando ho deciso il nome del gruppo ammetto che non conoscevo Ten Dogs ne Io sono un cane, quindi è stata veramente una coincidenza…
D: Devo dire che il disco si rifà a tutt’altre atmosfere, il nome è lo stesso ma i progetti sono ben diversi
R: Beh si per fortuna, fossero stati tutti uguali sarebbe stato imbarazzante
D: Ancora più curiosa come coincidenza, mentre a te piace quel paesaggio anni ’80, io ci ho sentito un po’ 99 Red Balloons di Nena, oppure non saprei.. quali sono i pezzi che ti hanno maggiormente ispirato?
R: Ma è stato tutto molto casuale, nel senso che scrivi le canzoni voci e chitarre poi passi ad arrangiarle al computer perchè non c’erano due persone con cui suonarle, quindi anche la scelta degli strumenti elettronici è stata molto casuale, e quindi non è che avessimo un piano in mente molto chiaro, e mi sono sorpreso anch’io a risentire le canzoni e dire oddio mi ricordano che ne so, i Cure piuttosto che Battiato
D: Enola Gay..
R: Si si, Bronsky Beat addirittura
D: Eppoi, complice la batteria elettronica, un pizzichino di CCCP
R: Assolutamente, quello era calcolato, i testi dei CCCP sono stati un’ispirazione molto grande anche se non c’entrano nulla, però è un uso dell’italiano molto bello secondo me.
D: In un altro percorso e soprattutto in un altra epoca, perchè i CCCP sono la storia…
R: Si, oramai hanno subito così tante trasformazioni, CCCP, CSI,…
D: Eh si, invece a te piace raccontare soprattutto il presente di questa Roma…, com’è Roma?
R: Roma, ma io in realtà non lo so com’è Roma perchè non ho temrini di paragone, io parlo di Roma perchè qui è dove ho vissuto sempre, qui ho la mia vita, qui ho le persone che conosco, quindi non è che posso dire di avere odio o amore per Roma, solamente è che per il modo che ho di scrivere mi piace raccontare i dettagli delle cose, i dettagli che conosco, purtroppo sono tutti qua.
D: Quindi sei nato e cresciuto come I ragazzi del muretto?
R: Si (risata) più o meno…
D: Ah quanti bei ricordi (ironico), e state/stai pensando al prossimo CD?
R: Ultimamente questa domanda me la stanno facendo spesso (ride), inizio a dire di si perchè in realtà è vero, però cambio idea così tanto spesso, una volta dico sarà punk e il giorno dopo è rap, quindi non posso dire di più..
D: Quindi potresti fare la stessa fine de Le luci della centrale elettrica ed atteggiarti in un bar a caccia grossa (cit. Le luci della centrale elettrica)
R: Si si, anche se ci tengo sempre a specificare che Vasco Brondi che io nomino così come simbolo del musicista indie italiano, ha tutto il diritto a non sapere che la ragazza è fidanzata,
D: E’ giusto
R: Eccheccacchio si
D: Eppoi ti hanno paragonato agli 883, non so che effetto fatto il paragone con Max Pezzali..
R: A me fa molto piacere, magari fosse così, perchè il senso di riconoscimento che anch’io ho avuto da bambino ascoltando le canzoni degli 883 è qualcosa che ripetere oggi come oggi sarebbe un risultato davvero fenomenale, quindi dico, magari fosse così, in realtà mi sembra di no, mi sembra che adesso siamo tutti un po’ frammentati e diversi perchè ci si possa riconoscere in canzoni come si poteva fare vent’anni fa.

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